mercoledì 6 gennaio 2010

9500 anni fa

Buon ANNO !

Per chi è a Roma , come turista o vi abita ed è appassionato d’arte antica, consiglio di non perdere l’Esposizione delle opere artistiche della Giordania – dal neolitico (7500 a. C. ) all’Impero Ottomano , Palazzo del Quirinale , Roma (informatevi prima ,se è aperto) -.

L’opera che non va persa è quella trovata assieme ad altre 32 simili ad ‘Ayn Ghazal ad Amman nel 1983 , in due fosse ,sepolte secondo un rito funebre come quello riservato agli uomini.

Non si sa chi rappresentassero : forse le sembianze di eroi che ritualmente erano state sotterrate per ricordare o rivivere un episodio drammatico molto importante per la Comunità .

Ma è interessante la materia con cui , per rapidità e per imitare il più possibile la deperibilità e la delicatezza della carne e delle ossa umane , furono “formate” , modellandole come le pareti delle case : terra, acqua ,canne e gesso/calce ( la pelle come l’intonaco ) . Gli occhi dipinti in nero bitume e con il bianco , il rosso e l’ocra sul viso e la veste .

Altre di queste statue ( 80 cm di altezza ) sono a Berlino e non so dirvi perché .Quello che le fa diventare eccezionali – a Roma ce n’è una sola – è lo stile , la composizione .

Sono in “muratura” : terra e canne in parte impastate e rivestite per renderle per renderle lisce e dipinte con questa “scorza” di gesso e calce bianchi. Chi le ha formate , le ha fatte su un piano , come quando si fa il pane a Pasqua , in Puglia ; qui sono state lasciate asciugare al sole e poi durante una cerimonia onorate come se fossero vive – gli occhi sono aperti - e poi sotterrate e tumulate in due tombe separate.


Questo vuol dire che i corpi veri erano andati persi perché morti lontano o rapiti e uccisi o presi e sconvolti da qualche evento sorprendente e naturale che li aveva dispersi .Ma si erano comportati in modo molto onorevole tanto che i sopravvissuti li rivivono con questo rito fatto “ad effige”.

Le figure hanno le braccia corte e chiuse sul busto per non renderle fragili . Il petto , largo si trasforma in fianchi e finisce con gambe tozze e corte . Le vesti pur attillate non sottolineano il sesso . Ma non sono guerrieri . Il contrasto è con la testa poco più piccola del reale , sorretta da un collo slanciato , superbo che dà agli occhi uno sguardo sereno e severo .

Chi le ha realizzate , sicuramente più di una persona , non aveva una specialità artistica né voleva darle una importanza monumentale . Probabilmente dei sacerdoti interessati a fare 32 corpi senza una individualità o una sembianza identificabile ma forme che sostituivano quelli veri , scomparsi .

Le screpolature a buccia d’uovo si sono formate per i continui cambiamenti di consistenza dell’umidità e per il cedimento delle canne e il fango posto all’interno dell’impasto , che ha rotto la superficie prima liscia e continua .

Nell’intento di chi ha deciso questa opera di corpi “ multipli “ la effigi dovevano sciogliersi e confondersi con la terra . Il Neolitico è il periodo in cui la Terra è una DEA e gli uomini con essa fanno case , strade , dighe , canali . confini guerre e religioni .

Coltivano piante e addomesticano gli animali che conducono sui terreni odorosi d’erbe . La Terra è anche il luogo ove seppellire i corpi perché tornino alla MADRE TERRA .

Siamo cioè non davanti ad un’opera scultorea , come si pensa – le sculture più antiche del mondo , frase enfatica e falsa sul profilo scientifico e sul significato di scultura in sé – ma all’esempio diretto di una celebrazione con figure antropomorfe legate ad una “ storia “ collettiva di un villaggio e sacralizzata con una religione già presente e legata alla Dea Madre Terra .

Andate a vederla e fatevi un’idea !