mercoledì 3 agosto 2011

Il bianco non è un colore


SECONDA
PARTE
IL BIANCO
NON E’
UN COLORE
Come ricorderete , mi sono interrotto sul “PROBLEMA” del Colore che l’artista cicladico ha utilizzato per completare le proprie opere .
Eravamo
a
4400 anni fa .
Prima di affrontare questo tema occorre che io spieghi la questione .
OGGI
è conosciuta dagli storici , dagli archeologi e da tutti gli studiosi d’arte ma viene sottaciuta o non comunicata nei suoi reali effetti a tutti gli altri . Una sorta di ritrosia , come se fosse un grave segreto di famiglia , da non divulgare .
Basterebbe pronunciare una frase all’inizio di ogno corso di studi sull’arte e all’inaugurazione di ogni esposizione e mostra sull’ARTE BIANCA
La frase è :
Di queste opere, il cui colore è andato perso , non possiamo dare … - oppure
“ … diamo una interpretazione parziale “
Non lamento da parte dei curatori di mostre ed esposizioni l’assenza di richiami dotti o di citazioni dei lavori di ricerca o l’enunciazione del tema come un colto annuncio generale .
Mi dispiaccio perché non si avverte che le opere esposte sono incomplete .
E’ grave non dire che non si conosce la parte emotiva che il colore esprimeva .
Sento che si perde , ogni volta , l’occasione per chiarire che la mancanza del colore modifica radicalmente la comprensione di ogni singola opera .
Avverto la mancanza di uno studio , ogni volta che dica quali opere sono state pensate e realizzate senza colore e quali invece lo avevano e perché e quando lo han perso .
Le immagini che si sono formate nelle menti
di tutti noi , fin da fanciulli , nel vedere le opere Grecoromane ,
( e in seguito , viaggiando e visitando i musei in altre parti del mondo ,
scoprendo altre Civiltà )
erano bianche o INCOLORI .
Vedere le sculture ,
marmoree , lunari , grandi , distaccate .
Lontane nel tempo .
Con la loro storia distante ,
estranea .
Noi , tiepidi e lievemente colorati ,
e loro bianche !
Ritratti di uomini senza sangue .
PALLIDI DEI !
Possono
piacere a chi , guardando quei capolavori , entrava nel mito e lo leggeva epico ,
maestoso ,
ILLUMINATO
Copiarli , nostalgicamente presenti , come ha fatto Canova o magnificandone la bellezza
come esempi di immortalità

Canova - Italica - 1804/1811
ETERNI
!!!
Come ha suggerito l’appassionato e algido Winckelmann ,
con il famoso Canova , agli uomini dei due secoli successivi ,
lo stile retorico e trionfante che ha riempito di monumenti bianchi le piazze d’Europa e d’America (del nord e del sud) , che ha reso vecchi i poeti e severi i musicisti , ritraendoli nei giardini come tanti Ermes marmorei o mezzi busti incipriati , mentre agli eroi si regalavano cavalli di bronzo su sollevati e intoccabili piedistalli così come gli stessi animali si erano riservati a sostenere , qualche tempo prima , dei Re .

Canova - Calliope - 1818
Purtroppo in questi duecento e più anni neppure il tempo li ha voluti lasciare come erano , visto che le piogge mescolandosi ai fumi dei comignoli , prima e delle auto dopo , han provveduto a dargli quelle paurose colature grige e nere , assieme ai marroni e agli arancio , quando si sono impastate con la terra dei giardinetti e la ruggine delle rotaie .

Eglise de la Madeleine - Parigi - 1751/1764
ORA
Immaginate i visi di Winckelmann e di Canova nel sapere che le loro ammirate
Veneri Greche erano dipinte e i Cesari o gli Orfeo e le fuggenti Euridice erano tutti a colori!

Acroterio di Egina - pittore di statue - (circumlitor)
Tuttavia
dell’arte antica avremo avuto una visione
più espressiva : allegra o tragica fin dal primo sguardo .
Immediatamente saremmo stati condotti a capire lo stato d’animo del personaggio ritratto e forse avremmo capito l’umore che quella scultura , secondo l’autore , stava vivendo
rispettando nella narrazione del mito il momento lieve o quello prima del drammatico.
Gli occhi accigliati o irati segnati con pochi tratti di ombretto sulle sopraciglia .
Un’ombra appena tracciata al lato delle labbra rosse della Dea erano un invito , mentre il colore più livido o meno vivace era un disprezzo o una respinta .
E le vesti lievemente colorate avrebbero “ vestito “ tanti nudi che a noi son sembrati LIBERTINI .
Così , tante Signore e Signori sarebbero stati più accertabili nella loro età se avessero avuto ancora i colori tra i loro capelli .
E quante barbe di filosofi e di poeti riportate nei loro colori naturali non li avrebbero fatti diventare così senescenti e ci avrebbero parlato con un carattere piuttosto che un altro .
E così i calzari , chiusi , aperti , con le stringhe rilasciate o strette , di cuoio o colorate o intrecciate…
Non si tratta di aggiungere dati di conoscenza ad una Storia del Costume e della Moda ,
sicuramente in voga già prima dei Sumeri o delle genti Cicladiche .
Si tratta di entrare negli STATI D’ANIMO , nelle EMOZIONI , e nei PENSIERI di quegli artisti che hanno provato dei sentimenti e che come noi li hanno espressi con più partecipazione , con enfasi , con calore , con PATHOS …come noi !
E
vi assicuro che
il
COLORE
è sempre stato il linguaggio più diretto e più facile per comunicare
il grado e l’ intensità della nostra umanità .
Ebbene quanto tempo ancora dovremo aspettare prima che i nostri insegnanti , studenti , esperti di altre discipline , e cittadini appartenenti o no a livelli medio-alti , o a ceti colti - che non vengono a visitare queste manifestazioni spinti solo da una passione individuale- ,
sappiano di quale grande portata è questo problema del COLORE
per la
CONOSCENZA
E perché continua questa colpevole censura ?
Perché questo pubblico
deve
continuare a credere a questa idea sbagliata , cioè che gli artisti del passato hanno lavorato in materiali il cui colore naturale restava duraturo sulla intera scultura : giallina o BIANCA !
Piena di grigietti e bui profondi :
di
OMBRE .
METAFISICA ,
DECHIRICHIANA !!!

De Chirico - Canto d'amore - 1914
Perché , io credo , “lasciare le cose come stanno” vuol dire non mettere in discussione una infinità di pareri già espressi , ma , ed è questo il lato più grave , vuol dire imparare sui
RILIEVI COLORATI tutta una serie complessa di saperi mai studiati negli Atenei e comunque assenti dalla preparazione dei nostri intellettuali in genere e dei docenti Universitari , in particolare .
Facciamoci alcune domande :
QUANDO IL COLORE HA COMINCIATO AD ESSERE USATO DALL’UOMO e QUALI COMPORTAMENTI SI SONO MOSSI IN LUI ?
CON QUALI MATERIALI HA REALIZZATO QUESTO IMPULSO CHE CON IL TEMPO SI E’ TRASFORMATO IN BISOGNO ?
QUALI TECNICHE IMPEGNAVANO e CON QUALI ATTREZZI ED UTENSILI ?
QUALI VALORI SONO STATI ELABORATI PER COSI’ TANTO TEMPO ED ORA ,
IL COLORE CHE POSTO HA ?
I VALORI
SOCIALI – RELIGIOSI - MAGICI ?

UR - stendardo particolare della pace - III millennio
Se si inizia a dare le risposte a queste domande dobbiamo subito precisare alcuni limiti :
i luoghi geografici e le epoche .
Allo stato delle attuali conoscenze dobbiamo suddividere la storia del colore in due momenti : tra quello che le antiche civiltà ci hanno descritto , la prima delle quali sembra essere quella Sumero-Mesopotamica e le più antiche pitture fin’ora trovate e parzialmente documentate, che risalgono a circa 35000 anni avanti Cristo ad Altamira in Spagna , durante il più antico periodo della pietra – così chiamato solo perchè l’osservazione cadde prima sulle pietre lavorate e a dire il vero in modo rozzo e poco esperto e poi sulle pitture molto più efficaci – o PALEOLITICO . mentre avrebbe meritato il nome di
PALEOCROMATICO

Tel Asmar - DIO ABU - III millennio
foto in B/N del 1961
vista la raffinatezza dei colori e la tecnica già esperta che quegli uomini hanno inventato consegnandola a tutti coloro che vennero dopo fino all’introduzione dell’Encausto , durato poco se si calcola che l’uso della tempera ad acqua – da considerare la diretta discendente di quella usata nel Paleolitico , ad Altamira e a Lascaux - , praticamente non è cambiata .

Altamira

Altamira

Lascoux
Che bellezza l’URO di Lascoux !
Vivo , felice , galoppa e nitrisce con gli altri cavalli al pascolo.
Potrebbe d’improvviso uscire da questo schermo , con quel capo piccolo sul collo davvero forte ed elegante ,
con l’arco così teso come quello dei nostri Pony sgraziati e gentili
ma che arriva a quel gran pancione sorretto dalle zampine
scattanti , fragili e allegre.
Chi l’ha dipinto ?
Con il mantello a macchie così vero !
E’
BELLO
E’ d’accordo Monsieur Johann Joachim Winckelmann ?
So che per Lei è una insospettata sorpresa , ma deve convenire che l’unica parola
utilizzabile è :
BELLO !
TUTTO E’ INIZIATO CON IL PALEOLITICO :
gli uomini a quell’epoca hanno incominciato una accurata osservazione dei territori , degli abitanti sia animali , che vegetali , minerali e umani .
Scambi e scontri .
Erano scontri anche quelli con le pietre e con le erbe , con le piene dei fiumi e con le mandrie dei selvatici che si muovevano devastanti .
Eppure durante questo lunghissimo periodo l’uomo ha cominciato la vera
RACCOLTA
di dati , con forme , con colori ; di usi e di trasformazioni , con quantità , con misure , con proporzioni . Di esperienze , di scambi , di esperimenti e di imitazioni .
Cataloghi memorizzati .
E qui azzardo ! Di disegni .
DISEGNI
Su pezzetti di pelle o di corteccia .
Che non hanno resistito all’usura facile del tempo : scolorite ; sciolte con l’umido ; polverizzate dal caldo ; strappate dall’uso ; smarrite ; perse ; svanite con l’esecutore .
PERSE ma DISEGNATE
su grandi foglie seccate e segnate da legnettti o con terre fini impastate con acqua o grasso , colorate , ricavate dagli avanzi più fini dei battuti tra pietre , dalle ceneri dei bruciati , o dalla spremitura di bacche e foglie .
PERCHE’ ?
Per fermare la memoria .
Per confrontare una forma con un’altra .
Come a scuola .
Poi i migliori dipingevano le pareti delle caverne-ricovero con le figure degli animali che vivevano nelle valli prospicienti : quelli che venivano cacciati ; quelli che periodicamente passavano per raggiungere i ruscelli ; o quelli che per la loro speciale predisposizione erano temuti , erano utili o erano … VELOCI ? POTENTI ? FEROCI ?
BELLI .
Dalle pitture si riconosce la bravura del pittore che ci consente di riconoscere l’animale , il sesso , l’età e l’azione che sta compiendo .
Ma con quali fini ?
Manuali di viaggio ? “Guide” di caccia ? Scrittura animata come in una Storia ? Un RACCONTO ?
Sono molte le risposte che non sappiamo ma ne possiamo ipotizzare alcune
E quando questi dipinti riportano le impronte di mani dichiarano la presenza di una proprietà , o solo la loro presenza o la loro stanzialità ?
UOMINI o DONNE ?
Testimoni?
Autori dei dipinti?
I committenti
Difficile capirlo .
Quando vengono disegnati anche gli uomini - rappresentati come simboli , geometrici , come i pupazzi che si scarabocchiano sui taccuini ma armati d’arco o di lancia e disposti intorno agli animali secondo una precisa tecnica di caccia – si suggerisce il modo migliore di cacciarli o si racconta un avvenimento già accaduto ma tanto eccezionale da meritare tutto un dipinto ?
C’è uno spirito religioso ?
Può essere , anche se quando si è visto del “ misticismo “ c’è stata una forzatura : ci si è chiesti :” Possono degli uomini così arretrati , immaginare e realizzare opere così belle e potenti senza una forza interiore emanata da Dio ? “ “Può l’uomo guardare il CREATO senza subirne l’ammirazione e il fascino e allo stesso tempo non avere una fede ?”
Come si fanno queste domande , pur legittime , ci si può chiedere anche se un utilizzo immediato di quelle immagini , MATERIALE , non fosse molto più utile che un ragionamento teologico , spirituale e astratto ?
Ma un valore è certo
In queste descrizioni sono nascosti gli elementi fondamentali che testimoniano la nascita di un tipo di comunicazione e contemporaneamente la diversità e la complementarità di due tecniche diverse : l’ immagine e la scrittura .
Anche se tra loro è stato tracciato un limite :
L’INIZIO della STORIA
e
La FINE della PREISTORIA
Confine intellettuale , ma di fatto invenzione degli uomini preistorici !
Sono loro che hanno iniziato la ricerca di un sistema abbreviato di disegni “non finiti “ ma uniti e continui che narrano senza il bisogno dei colori .
Li ho chiamati “NON FINITI” perché le lettere e i disegni che li rappresentano se guardati ognuno con il suo valore non hanno senso .
OGGI .
Ma agli inizi non era così .
Non è la prima volta che gli studiosi si sono chiesti se è stata la vita a far diventare filosofi gli uomini o se sono stati i tanti “ NON SO “ a renderli religiosi – o credenti a “RISPOSTE” Magiche , MISTICHE-
MISTERICHE

martedì 7 giugno 2011





Noi siamo fatti co-Sì !

E voi ?




Chiara, Alessandro,Teresa,Claudio

mercoledì 30 marzo 2011

GUARDARE I SUONI



Ora ricostruite questo ambiente ,
per piacere .
2400 avanti Cristo ! 4400 anni da oggi ! Nella Civiltà del Cerchio : le isole Cicladi .
I
SUONATORI
DI
KYKLOS

Provate ad immaginarvi come si svolge l’impegno dello scolpire . C’è una concentrazione tra la mente che dirige e gli occhi che trasferiscono verso quella parte – e solo quella – le mani : il pollice e l’indice . Le mani , strette intorno all’attrezzo , forzano con attenta tecnica su una parte del marmo, scheggiandolo e polverizzandolo , lo lavorano , lo trasformano . Prima l’artista aveva disegnato la figura che aveva in mente di realizzare, con un carbone duro e sottile, di profilo con la testa alta , seduto , le braccia intorno all’arpa mentre le gambe sono viste di lato .
Poi tiene stretto tra le ginocchia, da seduto, il marmo.
Sagoma segando tra la schiena e lo schienale che poi traforerà .
Ora deve togliere la materia perché vuole il busto dritto e teso che poi assottiglierà con una pietra preparata a grattugia in ossidiana prima e poi con una a smeriglio , presa a Nasso ; la levigherà e infine la renderà liscia con la pomice raccolta sulla spiaggia di Thera ( Santorini ) .
Questi arnesi tutti preparati e adattati perché passino tra gli spazi sottili pensati .
E sempre le dita spingono
, poi i palmi trattengono e i polpastrelli a sentire se quel lato è liscio
o ha ancora una ruvidezza
, così come d’ossidiana era la lama seghettata – e non in rame – che forzata dalle braccia l’aveva tagliato e traforato ,
quel bianco marmo di Paro .
E adesso sul dietro , a disegnare lo schienale con la spalliera incrociata e sotto le zampe della sedia , lisce e arrotondate .
Come se fossero piegate , curvate in canna e vimini , leggere e vuote come quelle che il “ Flautista “soffia e suona stando in piedi .
Poi di fronte a togliere con attenzione intorno al braccio sinistro , sospeso e teso ,
con la mano leggera che adesso non c’è più mentre sfiora la corda che non ha mai voluto che ci fosse
perché non si deve vedere ma solo sentire
come il suono che era uscito dal gesto del vero musicante :
ma che lui sente ancora !
Qui questo Artista sente venirgli nell’anima ,
nello spirito ,
nel respiro
: l’Arte dei musici che aveva
ascoltato .
L’artista sente l’Arte e la ritrasmette con il suo mezzo:
la Scultura .
E ne fa ARTE !
A sua volta .
Questa è la grandezza
di
questa operina in marmo di Paro
dalle
CICLADI
Aveva trovato il blocchetto che affiorava tra i sassi di marmo a Paro , e misurava poco più di 23 cm di lato : un grosso sasso . Per chiunque non sarebbe stato più di tanto . Mentre per lui quelli raccolti quel giorno e portati sulla sua isola erano già scolpiti . Ma in quale isola operava quest’artista ? Alcune sculture cominciarono ad affiorare fin dalla fine dell’800 dalle necropoli di Antiparo , una delle isole dell’arcipelago . Mentre queste opere sono state trovate in una tomba nell’isola di Kero , vicino ad Amorgo , ma non so dirvi da quando .
Era la tomba dello scultore ? O quella di un suo discendente o estimatore ? Qualsiasi certezza sarebbe superficiale , ma una cosa è sicura , non hanno un carattere religioso né sono dei “portafortuna” , forse come era in uso in quelle società – l’egizia aveva dei rapporti con i naviganti Cicladici così come li ha avuti con i successori Minoici di Creta , i Keftiù nel 1500 a.C. cioè 900 anni dopo ? – accompagnavano il defunto nel viaggio finale : ma aveva questi valori la vita ultraterrena di questi isolani ? Non lo sappiamo …!
All’arcipelago delle Cicladi si attribuiscono 220 isole , anche se le più conosciute sono una ventina e sono state consegnate alla storia dalla cultura che si legge nei vari oggetti trovati e dall’arte , in particolare da quella realizzata da questo artista , autore del “ suonatore d’arpa “ e sicuramente del “flautista” e probabilmente del “bevitore “ .

Le isole del CERCHIO per duemila anni ( dal Neolitico all’Età del Bronzo ) furono autonome e commercialmente attente a scambiare le proprie risorse con i popoli intorno attratti dalle specialità che dal suolo le venivano : l’ossidiana ( dall’isola di Milo ) , il rame (da Kitno , Sifno e Laurion ) , il marmo ( da Taso , Nasso , Sifno , Chio e Samo – il più ricercato per il suo candore - ) .
Altre isole fornivano le terre colorate : l’ocra rossa ( a Samo ) , il vermiglio (di Kea ) e l’azzurrite ( da Kitno ) . Erano state abitate fin dal Neolitico Antico –6500\5750- e in seguito con l’influenza di Creta ( dal 1900 al 1700 circa ) avevano fatto parte di quella Civiltà ( la Minoica ) fino all’invasione ( 1400/1450 a.C.) e alla conseguente influenza Micenea che soffocò entrambe senza dimenticare lo stato di spossatezza fisica e culturale che lo scoppio del vulcano a Thera - oggi Santorini – (1520 a.C.) - ha provocato in tutto l’arcipelago ( le polveri e le ceneri si depositarono in altissimi strati su tutte le isole e fino alla valle del Tigri e l’Eufrate )- .

Quindi quando trovò il marmo aveva già in mente la forma che vi era racchiusa e che con grande pazienza avrebbe tolto facendone un capolavoro . E che anche tra i suoi fosse diventato famoso lo prova il fatto che forse solo due sue opere siano state trovate nella stessa tomba : o la sua o quella di un suo ammiratore che le volle portare con sé per averle per sempre . Quando le trovarono non erano intere, ad una mancavano le mani. Così anche la parte finale dei due flauti dell’altro musicante , trovato nella stessa tomba .
Chi la trovò capì di avere un’opera eccezionale specialmente se confrontata con le forme scultoree in voga nello stesso periodo :
Forme piccole – anche meno di 20 am. e al massimo 35/40 cm.- schiacciate e modellate , le figure femminili , solo con un accenno simbolico dei seni, toccati dalle braccia conserte , mentre queste dee sono sempre in piedi nell’atto di ricevere il visitatore , o di accogliere nello spazio a loro destinato chi volesse rivolgere una preghiera . Erano più una divinità degli auspici che una divinità sacra , distaccata . Più una compagna affidata alla casa e alla protezione della famiglia o del singolo individuo o dell’intera comunità del villaggio che una timorata e potente entità misteriosa . Gli studiosi la indicano come appartenente al culto della Grande Dea Madre .
Erano diffuse anche con forme ancora più semplificate ,cosiddette a”chitarra” dove la testa è il prolungamento del collo e non ci sono le gambe perché finiscono con il grembo , largo dei fianchi e stretto alla vita prima di allargarsi ancora al busto privo di braccia .
Là dove i modelli diventano più pieni sono sempre di faccia e fermi in un solo atteggiamento : in ascolto , accogliente distante senza alterigia .


Per questo il suonatore d’arpa con la testa ferma all’indietro ,
tesa a registrare i suoni
che si muovono intorno al suo strumento ,
entrando tra le armonie che lui stesso lascia uscire dalle corde vibrate
mentre l’arpa lieve sembra appena sostenuta
sopra la gamba destra piegata
e ben poggiata ma senza pavimento .
Tutta la figura è leggera
come a imitare i suoni che le volano intorno :
tutta l’opera è traforata , diventando ancora più lieve .
Non sembra di marmo ma potrebbe essere invece un’opera di gioielleria in avorio e argento o in corallo o madreperla e
oro .
E’ qui che non possiamo vedere di più , perchè il tempo ci ha tolto l’aspetto significativo di questa opera come di tutte le altre di questa Civiltà :
il colore .
( FINE prima parte )

lunedì 24 gennaio 2011

Quando l'arte è con la "A" maiuscola



Ogni volta che vedete un’opera d’arte , Contemporanea o Antica non cambia nulla , chiedetevi invece dove è stata realizzata . In che luogo della nostra Terra . Con che lingua parlava l’autore : non è importante che la sappiate parlare anche voi , ma se riuscirete a capire in quale parte del mondo era , comincerete ad avvicinarvi , potrete intuire la sua religione , le culture che l’hanno educato , le usanze , i cibi , i vestiti , gli uomini e le donne che lo hanno accompagnato e con i quali ha trascorso il suo tempo . Paragonate tutti questi aspetti alle vostre stesse abitudini . Vi accorgerete che se pensate di poter dare delle risposte a queste domande , allora state entrando non nel mondo reale di quell’artista ma nei suoi pensieri e nello stesso momento nelle sue conoscenze e così le vostre vi sembreranno più vicine : apparterrete allo stesso modello di mente .

Vi state dicendo che sono matto ?

“ Se sapessi tutto questo , non andrei a vederlo in quella Pinacoteca e sarei un Professore d’arte . Le usanze di un Fiammingo , o di un Bizantino ? e quanti libri dovrei leggere !? No , io la pago e lei mi spiega chi è , da dove viene e perché è importante , poi io la ringrazio , la saluto e mene vado a casa a riposare , che queste visite ai musei mi stancano …! “

No ,

le risponderei .

Lei non deve partecipare ad un Quiz o fare sfoggio di un sapere che non ha , lei deve essere CURIOSO .

Deve farsi delle domande e se non riesce a darsi le risposte o meglio se nessuno le risponde – o la guida o l’autore di un libro o lo specialista che scrive sul giornale – allora non può capire se è arte quella che sta vedendo o se è – anche se non è poco – solo una testimonianza storica di un epoca , di un modo di vivere che non c’è più . E detto tra noi che lei lo sappia oppure no , non fa cambiare ne me ne lei nè il mondo che ci circonda .

Ma voglio continuare - con chi mi segue ancora !- .

Se vi portassi in mezzo agli operai che montano i pali o le canne per l’impalcatura che serve agli artigiani , nel VII sec. A. C. , che hanno il compito di rivestire , con le mattonelle che raffigurano una processione di favolosi Leoni , Tori e Draghi ( rubati e smontati dai tedeschi , e rimontati a Berlino ) , draghi dal collo lungo lievemente colorati con dei lucidi e leggermente rilevati smalti a fuoco , tra i mattoni dul grande muro intorno alla porta , attraverso la quale si entrava nella città splendida , con i terrazzi bianchi e l’azzurro e lucente tempio di Baghdad quando si chiamava Babilonia .


Che cosa potreste provare ,

nel vedere in Cina – ovvero CIN in pronuncia , meglio se si scrive QIN - il trasporto , l’installazione e la collocazione dei guerrieri di terracotta , dei cavalli , dei carri e delle armi nel Mausoleo , per onorare la futura morte del despota imperiale Hin Shi ( Primo dei Qin ) Huang

( luminoso o augusto ) ?



E se foste nella Cappella Sistina ,

o tra le navate di Padova o di Assisi a vedere Giotto e i suoi aiuti ? …


e a Parma con l’Antelami ?


Che avventura !

E

non

saremmo i primi

a fare questo sogno che molti uomini prima di noi hanno fatto .

Una Immaginazione !

Assistere ai lavori ordinati e silenziosi che il Beato Angelico impegnava nel dipingere una pala d’altare o quelle piccole opere , minute , dipinte in punta di pennello , vere miniature da tenere in cella nel convento , per aiutare la volontà dei confratelli a vincere la pigrizia e pregare o da quel silenzio passare a sentire il rumore assordante e il crescere degli ordini secchi e delle azioni durante i massacranti lavori , con centinaia di uomini avvolti da argani , corde e “tiri” che precisi hanno accompagnato l’installazione della colonna di Traiano o le parti di statue e finte rocce della fontana di Trevi ?


Tante domande come questa :

quanta religiosità è dell’artista e quanta gli viene suggerita , richiesta , indicata , ordinata …

imposta ?

In quale periodo dell’anno fu dipinta la “ Vergine delle rocce “ ,o meglio in quale periodo della sua vita Leonardo la incominciò ? Che luce aveva mentre dipingeva ?

Allora da quel quadro , attraverso i chiari e gli scuri e le sfumature e i toni dei colori , la LUCE , la vedrete uscire dal quadro ? O da un affresco o da una grande tela o se è una scultura vedrete ombre soffici e leggere o tagliate e scure , diffondersi sulla superficie e voi proverete le stesse sensazioni , lo stesso stato d’animo , la medesima visione dell’autore .

Era stata fatta all’aperto ?

Vi chiederete . All’ombra di un tetto o di un albero o dentro ad una stanza con l’uscio aperto per far entrare più luce o vi pare che fossero le luci disposte dall’artista , nel pomeriggio o verso sera o al buio della notte : lanterne o fiamme da fiaccole ?

Usa la pietra o il marmo ? Preferisce il bronzo , il legno o l’argilla ? Dipingeva riempiendo gli spazi o portava il colore dalla ciotola o dalla tavolozza alla tela o alla tavola ? Si vedono le pennellate ? E’ lucida o mezza opaca ? C’è dell’oro o è all’olio il colore che ha steso ?

L’opera è tanto grande che forse ha avuto bisogno di aiuti ? O era solo , l’artista ?

Tornerò su molte delle questioni che ho inserito in questa presentazione , perché nelle mostre di oggi , con le frettolose signorine-guida , nei cataloghi , anche negli articoli che i curatori di turno , sui giornali fanno presentare a studiosi , a critici , a ricercatori , anche dagli audio-macchinini che noleggiamo nelle pinacoteche o nei musei ( dovunque ) , dalle costose guide cartacee , in somma da tutto l’apparato che dovrebbe aiutarci a capire ci si dimentica di dirci cos’è Arte e cosa non lo è…Così tantissime persone , anche colte , credono che quel “400” sia un capolavoro , come quel “700” lì sulla Cupola della cattedrale e che nel Museo del “Duomo di … ”ci sono le opere magistrali di un innominato “perché non si usava”.

E così via .

Ma non è così : ci sono opere insuperabili che hanno la parola ARTE dentro :

incorporata .

Artisti che hanno fondato visioni nuove , altri che hanno cambiato il modo di pensare a intere popolazioni per generazioni , altri ancora che sono rimasti nascosti , o quasi , ma che sono dei geni ; e infine ci sono tutti gli altri , ma proprio TUTTI ! E credetemi , si potrebbe lasciarli in pace , perché se parliamo tanto e solo di loro continuiamo a vedere il dito che indica la luna e quel dito ci sembrerà il centro di tutto ma intanto Lei , la Luna , o sarà coperta da una nuvola o sarà scomparsa dalla nostra vista .

martedì 11 gennaio 2011

Teatrini

Pulcinella e lo spiedo
Pesci fritti
Per mare
Il villaggio sul pendolo
La grotta dell'elfo
Carlo Magno sotto le mura
Brutti Sogni
L'aria di Pulcinella