venerdì 4 settembre 2015

Il Colore - Parte 2 -



Eccomi tornato, dopo una lunga assenza, con la seconda parte di "Guardare i Suoni".
E' un vecchio pezzo che ho scritto 4 anni fa e per facilitarvi il suo ritrovamento, vi
 scrivo
 qui sotto il link così che vi basti cliccarci sopra per poterlo leggere.
Grazie e Buona Lettura.
Claudio





- Parte Due -


LA
SCULTURA
A COLORI




Dopo avervi illustrato le bellissime opere dell’anonimo scultore delle Cicladi, mi sono fermato quando vi ho scritto che quelle opere erano dipinte.
In quel momento nasceva un problema:

Cosa dirvi di questo modo di colorare ?
Che effetto avrebbe suscitato ?
In qualsiasi modo la spiegazione sarebbe sembrata astratta.
 Cosa avreste potuto vedere se non c’era nulla da vedere ?

Era a tinta unita e tendeva al realismo? 
Disegnava e dipingeva i capelli, gli occhi o la barba, o i gioielli, i lacci dei calzari …
La parte allungata sulla testa, forse un cappello,
aveva un colore di rappresentanza, o uno rituale
 oppure comune, di tutti i giorni corrispondente al materiale con cui era formato.
La stessa arpa, probabilmente era decorata ma con che colori? 
E questa stessa domanda, dobbiamo farcela per le descrizioni precedenti:
di che colore era la veste, aveva una cintura? di che materiale era fatta la sedia?
Dal colore avremmo potuto intuire la sostanza usata.

E se la colorazione non fosse stata realistica?
Geometrica:




 Il dipinto adoperato è un opera di Keith Haring (1983 -"senza titolo" )





a spirali o a punti o con riquadri?
A fasce.



Il dipinto adoperato è un opera di Gustav Klimt (1911 -"Le tre Età" ) 





 Badate sarebbero state tutte con dei significati, quelle culture non avevano un senso decorativo. Il concetto di "abbellimento", o di bellezza era intrinseco. Quelle culture avevano come contenuti  l’Appartenenza, il Genere, il Potere o il Prestigio, la Discendenza. La Religione collegata al Rito che stavano celebrando: e il fare musica era già un atto raro e importante.
A questo aggiungete l’atto di immortalarlo con una scultura. Una situazione assolutamente ancora più rara. Significativa.
QUALE?
Sappiamo che il disegno ad anello, inciso o scolpito, allude al cerchio, cioè alla forma-nome: CERCHIO = CICLADI, la disposizione casuale ma alludibile delle posizioni delle isole che sembrano formare una spirale come un labirinto.
 Ma qui non c’è!
 4400 anni fa!
E se fossero state dipinte in un altro modo? Di Fantasia?
( impossibile, ma proviamo…)




Il dipinto adoperato è un opera di Gehard Richeter (1984 -"Pedro" ) 




Con colori disposti senza caratterizzare le parti del vestiario ma solo seguendo le forme così sinuose ed eleganti che esse stesse suggerivano?
Ma così facendo che effetto avrebbero avuto su chi guarda?




Il dipinto adoperato è un opera di Paul Gauguin (1891 -"Donne di Tahiti" )  




Riusciamo ad immaginare queste forme tutte o in parte ricoperte di tinte, accostate o divergenti, intonate o "vivaci", squillanti  o riposanti?
Leggere: sfumate, palpitanti?

Non lo so! E non possiamo ricostruire nessuna ipotesi.

E non provo neppure a suggerirvelo. Non è possibile. Dobbiamo guardare ciò che vediamo, ma che nessuno si attribuisca una lettura critica, vera e obiettiva di quei periodi storici quando scultura e colore erano un unicum. Ora il colore  non c’è più. Come se le braccia si fossero staccate: come se la testa mancasse; come se in un film fossero spariti 5 minuti o a un libro mancassero 100 pagine… 
intuiamo che l’opera era – è – un capolavoro ma …

…agli allievi, in una qualsiasi scuola, agli editori di manuali, cataloghi libri d’arte, agli autori che li scrivono definendosi Storici o Critici o Esperti di arti
Dite
che quell’opera
è
mutilata

Che la gran parte - QUALE? - QUANTA? DOVE? - non c’è, non ci sarà mai, e quindi non è catalogabile.

L’argomento è difficile, ma solo ammetterlo è molto. Perché nello stesso momento in cui lo sappiamo, immediatamente l’immagine, da ciò che si vede, si prepara a trasformarsi in ciò che avrebbe potuto essere, e non si ferma ma aspetta di sapere come era.

Il Curatore di una mostra ha il dovere di segnalare con decisa evidenza quando un’opera è stata dipinta o quando tutte le opere esposte non si possono interpretare  
 perché  in passato sono state lavate, convinti in buona fede di pulire uno "sporco", oppure perchè non corrispondeva al luogo bianco, severo, austero che avrebbe decorato secondo lo stile in voga.

Ma quando la "pulitura" dura per 400 anni, un pizzico di vandalismo
oltre che ignorante avidità , torna bene sospettarla.
Eppure è stata perdonata, nessuno nomina i cardinali e i nobili che in Roma hanno iniziato questa devastazione. Nessuno scrive dei lavaggi per "sbiancare" le sculture in casa Borghese o nei palazzi dei Barberini o nelle stanze dei palazzi cardinalizi e papali o nelle ville sparse per le "collezioni" dei Signori d’Europa.
 Forse piaceva ( e piace ancora ) averle nude?
BEH! M’è scappato …
Ma siamo a ROMA il centro della CATTOLICA Chiesa o
Cristianità.

L’argomento sta diventando difficile: ma erano così SFRONTATI gli antichi?
E se i loro corpi fossero stati nudi come è giusto che lo fossero, ma ricoperti di vesti colorate? Ammetterlo vuol dire cambiare i canoni con i quali abbiamo imparato a guardare l’Arte Antica: quella PRECRISTIANA!




       Il Studio coloristico della trabeazione del Partenone ( 1836 - Ricostruzione di Gottfried Semper) 


Il 17 Novembre 2004 si apriva nella Città del Vaticano un'interessantissima mostra dedicata ai 1000 anni di uso del colore nella scultura antica con un bellissimo: 
"I colori del bianco".
La mostra aveva proposto i suoi argomenti a Monaco nel dicembre 2003.
L'argomento guida della mostra era la coloritura della scultura e dell'architettura antiche. I pochi esperimenti ricostruttivi, seguiti da severe analisi tecniche e filologiche, hanno scosso non solo gli studiosi specialisti - Archeologi e Storici - ma anche il pubblico che ha subito colto l'importanza delle ricerche e degli studi che erano già iniziate nell'800 e primo '900 ma che, nel 1982 l'università Ludwig - Maximilians di Monaco, grazie all'impulso di Volkmar Von Graeve riprese e continuò fino all'organizzazione di queste esposizioni.


  Il Ricostruzione sull'Augusto di Prima Porta, degli effetti cromatici eseguiti da L. Fenger fin dal 1886. Paolo Liverani realizzò un importante studio sulla stessa scultura. 








Il Arciere del Tempio di Aphaia sull'Isola di Egina. Ipotesi di colorazione. Le sculture risalenti al 490 - 480 a.C rappresentano le lotte tra Greci e Troiani, furono scoperte agli inizi del 1811 e furono acquistate dal Principe Tedesco ereditario, Ludwig (in seguito Re di Baveria), e destinate al museo di Monaco.


Erano così SFRONTATI gli antichi? E se i loro corpi fossero stati nudi?

La loro severità, l’AUSTERITA’ dei corpi maschili - forse più maschilisti che maschili - così autoritari e muscolari gli uomini, così nude e sfacciate le loro donne e dee sempre NUDE! Dee, Veneri audaci, spavalde, procaci, prive di ogni pudore!
Inferiori rispetto alle pudiche e caste Cristiane a confronto poco vestite e troppo avvenenti, colpevoli per la loro sensuale BELLEZZA!

 BELLE ma nude o con i vestiti persi?




( continua...)