venerdì 2 ottobre 2015

Il Colore - parte 3 -




- Parte Tre -



QUALE COLORE?



Questo è un argomento lungo, complicato e con molti aspetti storicamente difficili da collocare o da datare.

Telo rosso - vestito di donne indiane.


Mi spiego meglio: i materiali coloranti disponibili in un certo continente non erano a portata d’uso nel nostro – es. in India certi coloranti e certi accostamenti erano possibili perché quelle popolazioni si erano date un sistema di comprensione/comunicazione fondato su ciascun colore.






Le vesti di una donna appartenente ad un gruppo Indiano-musulmano che dà importanza alla disposizione di certi colori riprodotti sul telo, perchè segnalano, attraverso la composizione artistica, il valore delle funzioni gerarchiche all'interno della famiglia e la collocano in una certa posizione all'interno del gruppo sociale complessivo.


E’ su base tribale, che questo sistema funzionava (ed è ancora in uso) permettendo di dare risposte mute a una serie di domande considerate importanti agli individui che la componevano. Attraverso questo alfabeto cromatico nel telo di una donna si veniva a sapere se era sposata o vedova, quanti figli vivi e morti, quanta terra aveva o quanti animali possedeva…


I turbanti bianchi con i nastri colorati intorno alle teste di questi uomini segnalano anche in questo caso l'appartenenza ad una famiglia e il valore economico e sociale.


D’altra parte anche la nostra cultura aveva questo uso del colore: ad esempio
la PORPORA


Il gonnellino e il mantello dell'Augusto di "Prima Porta"

  
Da dove siamo partiti ve lo ricordo ma solo per riassumere una storia grandissima in poche parole.


I colori primitivi erano tre:

BIANCO - deriva dalle calci e dai gessi

NERO - deriva dai carboni

OCRA - deriva dalle argille e terre ruggini


Se è vero che l’uomo europeo nel XX secolo è capace di percepire più di cento tonalità di grigio, è pur vero che è un uomo triste preferendo il NERO e i suoi derivati, ai colori!
   



Ma perchè?





Dipinto di Eugene Chevrel

Eugene Chevrel
Chimico francese
(31-08-1786/09-04-1889)


Eugene Chevrel



Nella prima foto, vediamo Chevrel in un ritratto mentre nella seconda una foto del
1886 al compimento dei cento anni.
Fu l'autore della tavola dei colori che elaborò nel 1839.



Il Divisionismo, tecnica derivata dalle scoperte scientifiche
di Eugene Chevreul, è del 1885. 


 
Dipinto di Paul Signac "Sala da Pranzo" - 1887 -


 
Ritratto di Paul Signac


Dai tre colori primitivi alle 14400 tonalità che furono elaborate nel 1864 da Eugene Chevreul per la Società delle Arti Industriali francesi (dove le industrie tessili e tintorie dell’epoca erano potentissime), fino ai diversi milioni di gradazioni ottenibili oggi con i procedimenti elettronici o digitali, sono passati due secoli o poco più.

E’ la fine di certi nomi, che non solo i colori ma intere famiglie e regioni portavano con orgoglio e superiorità (Robbia, Guado, Bordeaux, Granata ecc.) e con  i segreti usati dai maestri tintori che estraevano i colori da piante e da insetti.

Ma tra i milioni possibili di colori prodotti dall'industria e il loro nome
passa una intera civiltà/cultura, ma anche una qualità di vita che la chimica, scienza onnipotente di questi due ultimi secoli, ha stravolto.


I colori non hanno più un nome
con i quali chiamarli:
hanno un numero!

Come noi che non siamo importanti per il cognome
ma per i numeri che di volta in volta ci chiedono:
telefonini, patente, gas, elettricità, banca, identità e abbonamenti vari…


Violetto o scarlatto, blu di Prussia o granata, vermiglione o fucsia, giallo Napoli o giallo becco d’oca, verde bottiglia o smeraldo, bordeaux o turchese, grigio principe di Galles o nero antracite, arancio o azzurro elettrico,Città, intere regioni, frutta, materiali, pietre preziose ma anche nuove scoperte, nuovi potenti…e potrei continuare, ma non per molto  perché la cultura e la storia hanno un’origine lenta, e solo il  passaggio del tempo che la caratterizza, accompagna l’uomo con la sua memoria.



Chi determina il cambiamento?


Così vi chiedo:

Quando monsieur Chevreul ha inventato il
“chromocalcographe”
il nostro modo di riconoscere un celeste da un azzurro è cambiato?

Siamo felici nel vedere gli splendidi colori che i nostri attuali televisori piatti sono capaci di far scorrere sullo schermo?




Sono gli stessi che vediamo nello specchio quando ci guardiamo o quando rivediamo le sembianze del nostro compagno, o dei figli che ci sono cresciuti e che prima abbiamo vestito mentre ora scelgono da soli le forme e i colori dei propri abiti?


- riquadro vuoto -


In questo riquadro provate a immaginare il vostro viso.

Adesso, dal vero

Poi…


 in quest’altro riquadro vuoto



- Foto presa dal web -



 l'immagine presa dal telefonino o dalla macchina digitale  non imbrogliate! 
lasciate subito la Kodak o la Rolley o la Canon
di trent’anni fa!

 1 - perché non potreste vedere la foto prima di tre giorni,
2 - perché ve la stamperebbero con i sistemi di elaborazione elettronica di oggi e quindi con tutti i colori vividi e irreali.

No, resta il fatto: la vostra faccia ha il colore BRUTTO (!) della realtà,
l’elettronica abbellisce, vivacizza…falsifica.

Non sono i colori delle strade e dei viali che percorriamo tutti i giorni quando andiamo a lavorare o a passeggiare. 
Un po’ sbiaditi, anche i verdi dei giardini sono spenti, i rossi,  i gialli, gli arancioni! 


La realtà ha questi colori?



Dipinto "Pioggia, Vapore, Velocità."  Il treno che sfreccia di William Turner - 1844 -


Fiammature e gialli vivaci fumi quasi iridati:
La velocità che penetra l'aria con la violenza di una fucina di fabbro.
 Scintille e fumi!

Fu il primo artista ad adoperare i colori di origine chimica appena inventati
dall’industria Britannica.


 
Autoritratto di William Turner - 1798-









 E il Nero???



                                                                           



                                                
                                                                                       Continua...