- Parte Quattro -
Verso il bianco e il nero
Guardate a lungo questa immagine, e
chiedetevi: "Mi piace"?
Io posso rispondere per me e vi direi: “No...“ e al posto dei puntini aggiungerei
"E' UNA PORCATA!"
poi pentito, anzi,
corretto dalla mia educazione, mi ricorderei che forse non dovrei
offendere l’autore e così comincerei a pensare ad una serie di situazioni nelle quali
io stesso avrei potuto realizzare quella "COSA" tipo: ero distratto e mi è venuta
così; ancora, erano prove di stampa ad inchiostro per vedere gli effetti; o volevo
provare a fare una composizione astratta, ma non mi è riuscita molto bene! O, infine: faceva freddo! ... Ma insomma ho detto no perché è brutta. E
Basta!
Nove su
dieci anche voi la pensereste così. Quell’uno non so se gli piace o se si
astiene ma gli altri sicuramente spinti da lontane o recenti discipline
estetiche forse sarebbero più timidi o prudenti nel considerare l’autore di
questa operina, una persona meritevole di vederla pubblicata ogni volta che si
ragiona di immagini, di rivoluzioni
epocali e di invenzioni fondamentali per l’umanità - visti i gusti andanti.
Era il
prodotto di un esperimento del tutto casuale. Apparteneva alla tecnica e alla scienza non all’Arte.
Chi
definiva “bello” un oggetto o un prodotto realizzato con le tecniche di allora - vicine o lontane dalla storia o dalla tradizione come
edifici, arredi domestici o d’uso comune, arredi urbani, tessuti,
abiti, decori applicati a qualsiasi forma (dai manici d’ombrello ai bicchieri, dalle scarpe ai modelli delle acconciature femminili fino alle forme dei
colletti delle camicie e alle decorazioni sui servizi dei piatti e delle
stoviglie domestiche) - ahimè tutti erano soggiogati dagli effetti che quasi magicamente uscivano dalle invenzioni dai tecnici, dai chimici e dagli ingegneri di allora. Non solo, erano in molti a teorizzare
il bello in tutte le forme, anche quelle ottenibili dall’industria, così da rendere piacevoli tutti gli aspetti della
vita sociale dei beneficiati.
Auto a
vapore: è bella?
Ma, tornando alle immagini ottenute
dalle fotografie: poter disporre di illustrazioni non incise a mano e troppo
liberamente interpretate da artisti/incisori, specializzati nelle
tirature ottenute su lastre di rame o di zinco o pietra, appositamente impiegati, ma che avevano bisogno di molto tempo per iniziare e completare le immagini
con cui si corredavano i testi…tutto
ciò a fronte della possibilità di figure prese dal vero, da qualsiasi luogo,
di ogni genere, potendo scegliere tra una numerosa quantità di soggetti, variati in grandezza e sia
ripetibili che riproducibili…questo rispondeva urgentemente ai bisogni, alle
soluzioni anzi ai sogni di tutti coloro che lavoravano nella STAMPA!
E chi ci provava non andava incoraggiato?
E chi ci provava non andava incoraggiato?
anzi finanziato?
Un’altra
condizione favorevole all'accelerazione e alla pressione sui ricercatori in
questo campo fu esercitata dai viaggiatori di professione e dai così detti
“esploratori “, senza dimenticare tutti quegli studiosi che si accodavano alle
varie e numerose spedizioni di stampo coloniale dirette in tutti i continenti.
Queste nazioni si erano sparpagliate in giro per tutto il
pianeta con in testa l’Inghilterra nel 1607 , l’America e poi dal 1783 invadendo l’India, il Sudafrica, il
Canada, L’Australia, la Nuova Zelanda …e vai cantando. Prima la
Spagna e il Portogallo fin dal 1493 l'una e dal 1505 l’altra. La Francia
nel 1608 con la prima colonizzazione e nel 1830 con la seconda – proprio nei decenni che
stiamo guardando – conquistando l’Algeria; mentre gli Olandesi nel 1619, si erano preoccupati di
Giacarta e dell’Indonesia. E non sono le uniche a tagliare terre nei
continenti dei Nuovi Mondi ci saranno
anche i Belgi, i Tedeschi, gli Italiani, i Russi, i Giapponesi, i Cinesi…
Insomma
oltre ad alcuni imitatori esotici ma risoluti, tutta l’Europa è in giro, chi
prima chi poi, con armate su barche a remi e a vela o con navi a vapore arrivano
dappertutto, portando le loro abitudini di costume e di cultura senza contare
tutte le diverse aggressioni in condanne, uccisioni e rosso sangue versato in
barba ai razzismi che inventavano teorie anti umane solo per giustificare le
stragi commesse in ogni dove, ma con l’unico intento di estrarre materie prime
utili a trasformare le industrie in danaro sonante.
Con questa
mobilità velocissima, invadente e chiassosa, i pensatori, i filosofi, i
cosiddetti umanisti attenti a spargere spirito laico o religioso ma giusto,
non si sentono né quando parlano, né quando urlano. Ma quello che lascerà
tutti stupiti sono gli effetti di questo immane banchetto che sottrae "preziosi" a molti, lontani dall'Europa. Tutto si riprodurrà senza distribuire un benessere profondo e
abbondante tale da rendere tutti agiati, guariti, satolli e riposati.
No, i
modelli di vita saranno gli stessi, si diffonderanno e si moltiplicheranno
senza diminuire né i difetti che le precedenti società avevano sostenuto o
subito, né aumenteranno i livelli di benessere grazie alle grandiose risorse
che venivano dalle colonie né si indirizzeranno spese verso schemi di progresso
non solo sostanziali ma effettivi.
La
divisione in classi
LA
BORGHESIA
Se qualcuno
di voi ha riconosciuto l’immagine ha anche capito dove voglio arrivare ,
altrimenti vi confesso chi è l’autore .
L’autore è
Nicephore Niepce.
Siamo nel 1826 o
forse 1827 e questa è una foto o per essere più precisi una PHOS (luce) e
GRAPHE (disegno) :UNA FOTOGRAFIA
Ovvero, un "riprodotto", uno “SCRITTO
con la LUCE “.
Da questo
punto in poi la vostra attenzione è calata. Ma non si doveva ragionare di Arte?
Si, e
continueremo, ma proprio partendo da questa immagine e da questo Signore, portatore di questo nome antico e già allora desueto, ma forse proprio per
questo immortalato in tanti libri, pensieri e complimenti…ma di che?
Morirà
povero e per giunta senza aver ottenuto risultati apprezzabili. Ma perché fu
il primo che tentò un cammino scientifico: la chimica.
Ecco
quest’altro: Monsieur Daguerre.
Difficile dire chi esso sia stato e perché sia entrato in questa faccenda. Ma
ci sta: è l’inventore del “DAGHERROTIPO”.
Qui ritratto
in una incisione e non con la sua
invenzione, ma così è universalmente conosciuto.
Ma tant ‘è
questo è un periodo che va preso come è. E non posso neppure usare quel modo
di dire: “se ne vede di tutti i colori!“, perché qui siamo in un severo e
doveroso BIANCO e NERO.
I due si
sono conosciuti.
Dopo dieci anni l’esperienza
di Niepce, cosa è
successo? Di tutto!
Le
guerre diffonderanno queste tecniche,
creando carri attrezzati per riprendere e sviluppare le fotografie che i giornali
troveranno il modo di pubblicare: nel 1849 la presa di Roma (da parte dei
Francesi in difesa del Papa).
Nel 1853 e il 1856 conla Guerra di Crimea e poi la guerra di secessione negli Stati Uniti nel 1861/1865.
Nel 1853 e il 1856 con
Battaglia di Chattanooga |
Intanto (1878) Muybridge fotografa con 24
apparecchi messi in serie e in successione, dei corpi in movimento (un
cavallo, un nudo d’uomo e uno di donna e altro).
Qualcuno si
è accorto di queste novità? Pochissimi, forse venti persone tra Parigi, Londra
e Stati Uniti.
Altri dieci anni, negli USA (1888) un certo Eastman George impianta una azienda che fabbrica una “macchina fotografica “:la
KODAK.
Altri dieci anni, negli USA (1888) un certo Eastman George impianta una azienda che fabbrica una “macchina fotografica “:
"La
chiamai Kodak perché era un nome breve , vigoroso , facile da pronunciare e ,
per soddisfare le leggi sui marchi depositati"
e aggiunse riferendosi al nome:
"Non significa nulla!".
"VOI SCHIACCIATE IL BOTTONE NOI FACCIAMO IL RESTO"
Questa la
pubblicità, un pò guascona e un pò illusoria ma che ha saputo vendere questi
apparecchi, seminando in tutto il mondo il “virus “della FOTO sinonimo di:
vero, di bello,
di ricordo, di “tempo fermato”, di memoria infinita, di attimo sospeso, di ETERNITA’ e di FAI
DA TE!
Ma per
secoli, prima di questo momento non c’erano stati degli uomini con dei
pennelli o delle spatole o dei pennini
intinti – fu inventato questo verbo - in “TINTE” e inchiostri ad acqua o
sciolti con grassi, con cere, con
collanti o con olii per disporli su muri, su tavole, su pergamene su tele su carte e cartoni…?
Si era arrivati a chiamarli Artisti. Senza neppure sapere quello che volesse dire. Ma un nome dovevano pur averlo, se non altro per distinguerli da altri, per esempio i vaccari o i tintori o
le lavandaie…
Comunque se nelle grotte quando ci dividevamo tra Sapiens e
Neanderthaliani qualcuno s’era fatto notare perché lasciava le proprie impronte
sui muri, neanche fosse casa sua, altri, non
so con quale consenso, forse spinto dalla fame o forse perché faceva
confusione tra una gazzella e una pantera, lasciava delle pitture davvero
somiglianti, anzi così verosimili che alcuni non volevano entrare a vedere - specie
le donne e i bambini - se prima non accendevano le torce così che l’effetto, la paura, non li assalisse di colpo!
Ma adesso nell'1800 questo nuovo modo di “scrivere la realtà “ ha un grosso difetto:
l’assenza di colore.
Sono tutte immagini in bianco e nero! Qualcuno le
otteneva color seppia, oppure rosate o azzurrine ma erano un pò strane: vedere il ritratto della propria moglie
dello stesso colore di una frittura di pesce, non era il massimo. Ma
l’effetto sulla gente non fu proprio contrario.
Non so
perché, ma vedere la propria moglie in bianco e nero le lasciava una certa
aria di autorevolezza, fianco di serietà, non fraintendetemi: la rendeva - come di fatto era - severa.
In casa specialmente, nella penombra dei salotti di quel secolo, nel suo ambiente, i vestiti sgargianti del‘700 non andavano più di moda, ora ci si vestiva di nero o di scuro.
In casa specialmente, nella penombra dei salotti di quel secolo, nel suo ambiente, i vestiti sgargianti del‘700 non andavano più di moda, ora ci si vestiva di nero o di scuro.
Il sorriso in B/N era più dolce, così le ciglia nere erano al naturale.
SOBRIE
Nessuno trovava la foto in Bianco e Nero strana perchè tutto intorno era in Bianco e Nero.
Lasciamo ai
pittori di usare il colore per far risaltare di più le ombre degli interni
delle sale e dei salotti, intanto le botteghe e gli uffici devono essere
severi, modesti, come i cavalli e le carrozze, come il cielo di Londra o di
Colonia o di Parigi in inverno per il fumo dei comignoli, come d’estate per le
ceneri espulse dalle ciminiere delle fabbriche, così le marsine nero fumo dei
signori e i grembiali grigi degli operai che sono pieni di macchie, ma non si
vedono.
Così la fotografia prende piede, la sua tinta triste non stupisce e fa più effetto il fatto che riproduce il Re che esce in carrozza o il Presidente con Signora al boulevard, o i bambini che giocano con la palla nel giardino nero e grigio guardati dalla governante in nero ma col grembiule bianco fino alle caviglie.
Così la fotografia prende piede, la sua tinta triste non stupisce e fa più effetto il fatto che riproduce il Re che esce in carrozza o il Presidente con Signora al boulevard, o i bambini che giocano con la palla nel giardino nero e grigio guardati dalla governante in nero ma col grembiule bianco fino alle caviglie.
E' la RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
La fabbrica nel 1700 |
Continua...